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Intervista a Davide Dado Caporali

Dopo una lunghissima pausa (causa traslochi) riprendiamo con le tanto seguite interviste e questo mese tocca a Davide Caporali, conosciutissimo sul web grazie a Vita di Pai, ma bando alla ciance e godetevi l’intervista!



Quando è nata la tua passione per il fumetto? Quale percorsi hai seguito per arrivare dove sei ora?

La mia passione per il fumetto è diretta conseguenza della mia passione per il disegno. Da piccolo infatti passavo le giornate a disegnare i miei personaggi, prima ancora di conoscere e leggere i fumetti. Poi un giorno mi regalarono un "Lupo Alberto", il mio primissimo fumetto. Adoravo tutto di quel libricino, trovavo fantastica l'idea di raccontare storie usando le immagini e i balloon, un'idea così semplice ma così efficace e alla portata di tutti. Mi innamorai subito del media fumetto e da quel momento capii cosa volevo fare da grande, il fumettista. Quell'obiettivo mi è rimasto impresso nella testa per tutta la vita. Continuando a esercitarmi ogni giorno con i miei mezzi e in maniera amatoriale, fino a dopo il diploma di liceo scientifico, iscrivendomi alla Scuola Internazionale di Comics. Lì sperimentai il vero approccio professionale al mezzo, imparai tecniche di disegno e narrazione. Dopo la scuola, durata 3 anni, iniziai a pubblicare i miei fumetti online e pian piano arrivarono le mie prime collaborazioni con case editrici e pubblicazioni.


Quali sono le difficoltà che hai incontrato lungo il tuo viaggio?

Il più grande scoglio è senza dubbio quello economico. E' un lavoro che, soprattutto agli inizi, non sempre permette dei guadagni decenti e quindi, per tirare a campare, bisogna spesso alternarlo con qualcosa di più remunerativo. Il paradosso è che a inizio carriera, il lavoro da fumettista richiede tantissimo tempo, bisogna buttarsi in tanti progetti e lavorare parecchio, per farsi le ossa, fare due soldi e farsi conoscere e alternarlo con un altro lavoro non è sempre facile, se poi ci si aggiunge anche una vita privata, diventa quasi impossibile. E' un percorso pieno zeppo di sacrifici e compromessi ma anche di fantastiche soddisfazioni. Bisogna amarlo, ecco.


Vita di Pai ha riscosso un enorme successo sul web. Da cosa è nata l’idea? Ti aspettavi un simile successo?

Le strisce sono partite in maniera del tutto casuale. Dopo essere diventato padre, avevo iniziato ad appuntarmi alcune idee basandomi su quello che succedeva nella mia vita. Ogni giorno, da quando è arrivato mio figlio, era un'avventura e sembrava fatta apposta per essere raccontata in un fumetto. Così, dopo un annetto di "genitorialità", ho iniziato a dare vita a quelle idee e a farle vedere solo alla famiglia e ad alcuni amici. Spinto e incoraggiato da loro, che le reputavano molto simpatiche, ho deciso di pubblicarle sul mio profilo "privato" su Facebook, per cercare di darle in pasto a un pubblico non troppo ampio, trattandosi di strisce molto personali, ero un po' nervoso a renderle pubbliche. Alla fine anche lì sono andate molto bene riscontrando pareri molto positivi, così presi coraggio e le pubblicai anche su Instagram e su un pagina Facebook pubblica, raggiungendo subito un grande successo, quasi inaspettato.


I tuoi sogni nel cassetto? Quali sono i progetti a cui stai attualmente lavorando?

Attualmente sto lavorando a "Prima di Pai", il fumetto che racconterà l'esperienza della gravidanza, del parto e dell'arrivo di Leo nelle nostre vite. Sarà una sorta di "prequel" delle strisce che pubblico online e sarà una storia completamente inedita. Il fumetto sarà presentato in anteprima al Romics di Ottobre e poi disponibile ovunque. Sto anche collaborando con Giacomo Bevilacqua alla sua nuova serie per Bonelli, Attica. Inoltre sto preparando il terzo numero di "Dragor Boh" insieme a Sio, e sempre insieme a lui e a Chiara Zuliani, un altro fumetto di cui non posso svelare il titolo che sarà disponibile in edicola a Dicembre. Più diversi altri progetti per il 2020 che non posso ancora svelare. Il mio sogno nel cassetto sarebbe riuscire ad arrivare, un giorno, a lavorare a una serie animata basata su una mia idea.


Oltre al ruolo di autore, sei anche un docente di fumetto. Com’è nata la tua passione per l’insegnamento? È stato difficile far combaciare le due cose?

Sì, ho insegnato fumetto presso l'associazione culturale "Controchiave" di Garbatella a Roma. Era la mia primissima esperienza come insegnante e l'ho trovata molto formativa e divertente, ci sono ancora da aggiustare alcune cose nel mio metodo d'insegnamento, ma tutto sommato non è andata male. A Ottobre ricomincerò con un nuovo corso e spero andrà sempre meglio.

6 Che cosa consiglieresti a chi a scelto d’intraprendere il tuo stesso percorso?

Consiglio di avere molta pazienza, perseveranza e capacità di reinventarsi e adattarsi. In questo lavoro, sono qualità che valgono più delle nette capacità di disegno e tecnica.







Mr. Nerd

A presto!

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